2 luglio 2009 - Si tratta di qualcosa di molto simile al Colibrì di Nazca. Il Colibrì, rappresenta la velocità, quindi come Horus, è il Mercurio, e dunque esprime l’archetipo del Messaggero Degli Dei.
È inoltre espressione di colui che si ciba del nettare della sua anima (il fiore) come fa anche un altro simbolo solare e regale, l’ape, apparsa nel fenomeno il 7 luglio del 1994. È un uccello solitario, quindi esprime anche l’individualità della ricerca interiore, che è esclusivamente personale nelle modalità e nei risultati. Nelle culture andine il Colibrì rappresenta il concetto principe che i creatori del fenomeno hanno, a mio modo di vedere, voluto rappresentare con la sua immagine, vale a dire la resurrezione e l’apertura definitiva del 4° chakra nell’uomo e planetario, il chakra del cuore.
Questi nelle fredde notti sembra morire per risorgere all’alba successiva. Dunque, ancora un messaggio di rinascita, non dissimile dalla comunicazione che “l’esecutivo” di questo fenomeno sta portando avanti da 30 anni.
Un’ultima annotazione: in inglese Colibrì si dice HUMMINGBIRD (da “Hum”, suono vibrante, ronzio), perchè questo piccolo uccello fa vibrare così forte le sue ali (ecco il Mercurio, il dio veloce dalle ali ai piedi e alla testa) da emettere un suono vibrante, come le api o come il suono alla base della creazione. Per questo “HUM” è analogo al mantra “OM” o all’occidentale “AUM”. Dunque è anche espressione del Logos, quindi del Verbo Messaggero.
Fonte: evidenzaliena.wordpress.com